Snapchat: un giorno potremmo essere pagati per i contenuti?

Il contenuto è fondamentale per qualunque piattaforma di social media. Ecco come Snapchat sta pensando di incentivarne la condivisione

Per una piattaforma di social media il contenuto è fondamentale. Lo sa bene Snapchat che, appena avviata l’app, presenta all’utente la fotocamera per spingerlo a condividere subito dei contenuti.

La strategia, fino a questo momento sta funzionando alla grande, ma i vertici dell’azienda iniziano ad interrogarsi sul futuro e si inizia a vociferare sull’opportunità di introdurre una politica di “revenue-sharing” secondo la quale i brand pagherebbero gli utenti per la condivisione di contenuti. Per esempio, un utente potrebbe condividere una foto su una bacheca sponsorizzata dalla Coca-Cola e ricevere, in cambio, un compenso calcolato in base al numero di visite o condivisioni.

Al momento le storie sono sotto il controllo degli utenti, mentre con il nuovo sistema del “revenue-sharingSnapchat sarà in grado di costruire delle Live Stories in maniera automatica grazie ad un algoritmo che seleziona ed ordina i contenuti. Questo sistema sarà molto utile per creare storie avvincenti in caso di concerti, festival ed eventi dal vivo.

Al momento non vi è alcun segnale che questo modello stia per essere introdotto all’interno della strategia di Snapchat anche se in qualche modo l’azienda sta cercando di muoversi per non subire diminuzioni rilevanti per quanto riguarda l’engagement degli utenti ed incorrere negli stessi problemi con i quali ha dovuto far fronte Twitter.

Lo stesso Facebook sta registrando cali sia nella messaggistica (-5,5%) che nella condivisione di contenuti quali eventi importanti della vita (-21%).

Marcello Coppola

Tecnico hardware e docente di informatica prima. IT manager e capo ricevimento in hotel poi. La vita è troppo breve per riuscire a sperimentare tutto ciò che vorrei. Per questo ho deciso di dare vita ad Atlantis Innovation Lab: un laboratorio grazie al quale aiutare le aziende ad accogliere l'innovazione. Credo che la formazione continua sia la prerogativa di ogni professionista.