Comunicazione e Pubblica Amministrazione ai tempi dei Social Network
La comunicazione è perennemente in trasformazione. Cambiano i media, cambia il messaggio, cambiano le persone. Un’azienda, così come una Pubblica Amministrazione, dovrebbe essere sempre attenta ad ogni singolo cambiamento per poterne cogliere le opportunità. Purtroppo l’Italia e – ahime! – la Penisola Sorrentina stanno pagando dei ritardi accumulati negli anni e che bisognerebbe colmare con tanta umiltà e tanta buona volontà.
Alcuni personaggi politici stanno tentando di adattarsi a quelli che giudicano i “nuovi mezzi di comunicazione” senza accorgersi che, poi, tanto nuovi non sono più. Così qualcuno ha creato un sito web, altri una pagina fan su Facebook (che aggiornano soltanto in campagna elettorale), qualcun altro ha creato un account su Twitter. Ed è proprio di quest’ultimo che voglio parlarvi oggi.
La parola “Social Network” significa rete sociale, quindi, si presuppone, dovrebbe favorire i rapporti sociali. In particolare, un Amministratore Pubblico, attraverso questi strumenti, ha la possibilità di creare un canale di comunicazione diretto con i propri cittadini. Quale opportunità migliore per ascoltare i bisogni della Città direttamente dai loro “tweet”? Purtroppo, a fianco a casi positivi come quello del Senatore Raffaele Lauro (@raflauro) che interagisce con i propri “follower” in prima persona, troviamo casi meno positivi come quello del Sindaco di Sant’Agnello Gian Michele Orlando (@GianMicheleOrla) che ha ben pensato di “proteggere” i propri “tweet”. Cosa significa? Che per poterlo “seguire”, cioè per poter leggere ciò che scrive, bisogna chiedergli il permesso. Molto “socievole”, no?
Lo stesso ing. Orlando ha da poco pubblicato sul proprio sito ufficiale un post nel quale rende pubblica la sua volontà di ricandidarsi alla carica di Sindaco per le prossime elezioni comunali. Carissimo Sindaco, prima di ricandidarsi, “chieda il permesso” ai suoi cittadini!
A livello nazionale la situazione non migliora. C’è Nichi Vendola (@NichiVendola) che continua imperterrito ad usare Twitter come se fosse Facebook. Messaggi non ottimizzati ben più lunghi dei 140 caratteri previsti che costringono i follower a dover cliccare sugli Shortened Link per poter leggere il messagio per intero. Certo che il buon Nichi, nel proprio profilo ha avvertito “Presidente della Regione e Presidente di Sinistra Ecologia Libertà, a cui forse non basteranno i 140 caratteri”, ma è come dire “Vescovo al quale forse andrà stretto il voto di castità”! Se sei su Twitter ti devi adattare alle dinamiche comunicative di Twitter!! E speriamo che faccia tutto da solo perché se paga qualcuno per twittare per lui…è drammatico!
E cosa dire di Pierferdinando Casini (@Pierferdinando)? Forse abituato ai telegrammi gli è stato più facile adattarsi ai 140 caratteri, ma non riesce nel modo più assoluto ad essere “comunicativo”. Il “telecronista di Twitter” lancia “titoli da prima pagina” attraverso il proprio account generando sì informazione, ma priva di confronto. Così possiamo trovarci di fronte a tweet del genere “Non vogliamo scontri ideologici sull’ #articolo18, ma non sia considerato un totem. E’ ampiamente perfettibile”. Cioè, fammi capire, che cosa stai dicendo? Che è sto’ totem? Io sono un cittadino tendente all’ignoranza politica (perciò do delega ai politici di amministrare), mi vuoi spiegare che state decidendo riguardo all’articolo 18?
Forse il problema è che sono un idealista. Quando venne fuori il fenomeno dei personaggi pubblici sui Social Network davvero credevo che stavamo assistendo alla concretizzazione del concetto di “cittadinanza attiva”, quella cittadinanza che non viene chiamata solo al voto, ma che dopo le elezioni può dire la sua ed essere ascoltata. Può avere la possibilità che le proprie idee vengano accolte o perlomeno valutate. Non dico a livello nazionale, ma almeno a livello comunale questo sarebbe possibile e sicuramente ne trarrebbero vantaggio i nostri cari impiegati pubblici assunti con pubblico concorso elettivo…!