Viaggio nel mondo dei portali di prenotazioni online: Booking.com

Portale molto amato da chi è alle prime armi per la sua semplicità gestionale, Booking.com si è mosso molto bene per quanto riguarda le campagne di marketing che gli hanno permesso di guadagnare importanti porzioni di mercato, soprattutto in Europa.

Dicevamo della sua semplicità dovuta anche al fatto che lascia ben poco spazio all’immaginazione. Per una gestione molto semplicistica dell’hotel è l’ideale. C’è la possibilità di creare le tipologie di camere e di caricare i prezzi sia giorno per giorno che per lunghi periodi. Il report delle prenotazioni è molto semplice da interpretare, infatti riporta la tariffa giorno per giorno. Altra caratteristica molto apprezzata è che richiede il pagamento diretto in hotel da parte del cliente il che consente all’albergatore di incassare direttamente il conto ed al turista di non anticipare nulla fino all’arrivo in hotel. Successivamente viene mandata una fattura di commissione sul fatturato. Ciò comporta anche maggiori rischi per l’albergatore in caso di cancellazione tardiva e mancato arrivo nel caso in cui la carta di credito venisse bloccata.

Partito in sordina, per cercare di colmare la netta superiorità di Expedia in termini di popolarità, è stato ben accolto dalle strutture ricettive in quanto richiedeva commissioni molto più basse di quelle richieste da altri portali ed offriva un’interfaccia di gran lunga più semplice. Negli ultimi due anni si è allineato ai competitor dai quali si differenzia, però, per via delle caratteristiche tecniche.

Come dicevamo Booking.com è l’ideale per chi si affaccia per la prima volta al mondo del booking online, ma, mano a mano che nascono maggiori esigenze, ci si rende conto che si basa su di un booking engine molto semplicistico ed incapace di gestire sconti sui long stay (soggiorni lunghi), gratuità e pacchetti vacanza. O meglio, riesce a gestirli, ma con meccanismi molto farraginosi in quanto non nati con l’esplicito intento di gestire sconti ed offerte.

Per colmare il gap con Expedia ed anche Venere, negli anni d’oro di quest’ultimo, Booking si è dato molto da fare in ambito marketing. Molta importanza è stata data alle campagne AdWords ed al programma “Hotel preferito” che ha sollevato più di una perplessità.

L’approccio alle campagne AdWords (i messaggi pubblicitari che appaiono durante le ricerche effettuate su Google) sono, a mio parere, poco etici. Se infatti cerchiamo su Google un albergo presente su Booking.com e ne inseriamo il nome completo, il primo risultato ad apparire non è il sito ufficiale dell’hotel stesso, ma la pagina di Booking che permette di prenotare quell’hotel e questo è poco corretto nei confronti dell’hotel e poco trasparente nei confronti del turista anche se di indubbia furbizia e perspicacia.

Per quanto riguarda il programma “Hotel preferito”, consiste nell’offrire a Booking.com un allotment minimo (un numero minimo di camere garantite che l’hotel promette di vendere attraverso il portale) ed una percentuale minima del 20% sul fatturato. Un hotel che decide di non acconsentire a queste due clausole verrà posizionato dopo a tutti gli aderenti al programma quando un turista effettuerà una ricerca. Ciò comporta che, ad esempio, un hotel a cinque stelle potrebbe apparire dopo un bed and breakfast per il solo fatto che il primo non ha aderito al programma “Hotel preferito”. Anche in questo caso si tratta di una scorrettezza nei confronti dell’hotel e di una mancanza di trasparenza nei confronti del turista che, magari, si aspetta che un “Hotel preferito” sia un hotel premiato dalle recensioni positive di altri turisti e non un hotel che paga più commissioni.

PRO: Avviso automatico quando non ci sono più camere disponibili per una certa data; Semplicità di gestione della extranet (l’area di configurazione riservata agli albergatori); Pagamento diretto in hotel.

CONTRO: Ambiguità nella gestione delle campagne di marketing; Ambiguità nella gestione del programma “Hotel preferito”; Non permette di gestire sconti e pacchetti.

Marcello Coppola

Tecnico hardware e docente di informatica prima. IT manager e capo ricevimento in hotel poi. La vita è troppo breve per riuscire a sperimentare tutto ciò che vorrei. Per questo ho deciso di dare vita ad Atlantis Innovation Lab: un laboratorio grazie al quale aiutare le aziende ad accogliere l'innovazione. Credo che la formazione continua sia la prerogativa di ogni professionista.

5 pensieri riguardo “Viaggio nel mondo dei portali di prenotazioni online: Booking.com

  • 2 Maggio 2010 in 20:15
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    Io mi sono iscritta a booking.com ma differenza di altri portali che riesco a gestire facilmente, questo mi risulta davvero difficile tanto che ne ho chiesto la cancellazione, anche se sono tutt’ora presente. Non ho ricevuto alcun aiuto effettivo, nonostante le mie numerose richeste e poi nessuno mi risponde in italiano. Non riesco a capire come mai voi ne parlate come di un sito da principianti…

    • 3 Maggio 2010 in 15:21
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      Gent.le Luiysel,

      tra i vari portali di booking online, Booking.com è, a mio parere, quello dalla gestione più semplificata.
      All’inizio, giustamente, tutti sembrano complicatissimi.
      Se vuole Le mando i contatti del Suo Market Manager via e-mail. Il Market Manager è un dipendente di Booking.com completamente al Suo servizio. Parla in italiano ed è suo interesse fornirLe tutte le informazioni di cui ha bisogno in modo da rendere vendibile al meglio il Suo hotel.
      A presto.

  • 2 Giugno 2010 in 17:27
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    Pultroppo in molte citta’ gli hotel non vengono piu’ accettati, io sara’ 2-3 anni che ho fatto richiesta e non ho mai avuto i codici di accesso.

    La risposta e’ stata troppe strutture presenti.

    • 15 Giugno 2010 in 14:58
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      A quanto pare, allora, è vero. Anche altre persone mi hanno presentato il tuo stesso problema.
      Probabilmente il tuo hotel si trova in una delle città tipo Roma, Firenze, Venezia…!
      A mio parere, però, non è un atteggiamento corretto da parte dei portali. Dal loro punto di vista non cambia nulla, la prenotazione entra comunque e per gli utenti si tratta di avere una scelta più ampia.
      Sicuramente ci sarà un ragionamento “giusto” di fondo, ma al momento mi sfugge 🙂

  • 6 Dicembre 2015 in 08:32
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    Sono daccordo al 100%. Questo tipo di promozione, oltre che danneggiare
    l’ offerente, fa anche danno all’ utente. Infatti dubito che quest’ ultimo
    riceva il trattamento migliore qualità/prezzo.
    Ma purtroppo è diventata una moda.
    Manu.

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