Digital divide: anche il BTO 2010 ne ha parlato!

Quest’anno il BTOBuy Tourism Online, ha inaugurato la due giorni di approfondimento sul mondo del turismo online ponendo l’attenzione su di una problematica di primaria importanza e della quale non si parla quasi più: il digital divide.

Cos’è il digital divide? Nell’epoca nella quale viviamo, tutto corre sul filo dell’informazione. Le nostre amicizie sono tenute insieme tramite legami online, non scriviamo più lettere ma e-mail, non acquistiamo più dai negozi per strada bensì da quelli online, per effettuare una ricerca non andiamo più in biblioteca ma accendiamo il computer, insomma, il nostro modo di vivere è radicalmente cambiato.

Nonostante tutto ciò esistono vaste aree, in Italia, che non sono raggiunte dall’ADSL. Cosa comporta ciò? Che l’accesso alla cultura non è uguale per tutti. Che non tutti hanno la stessa possibilità di sviluppare la propria intelligenza. Che non tutti hanno le stesse possibilità a livello relazionale dato che l’esplosione dei Social Network ha profondamente cambiato la società in cui viviamo. Insomma, l’assenza di Internet oggi significa vedersi precluse infinite possibilità.

Molti pensano che tutti noi abbiamo navigato con il famoso modem 56K e che ce la siamo cavata ugualmente. Oggi è tutto totalmente diverso! Non è possibile navigare con un modem analogico perché la tecnologia del Web è andata avanti ed i contenuti sono di gran lunga più “pesanti” rispetto a quelli di una volta. Oggi, navigare con una connessione 56K vuol dire fare click, andare a cenare, tornare al PC ed attendere ancora qualche istante prima che la pagina richiesta si carichi del tutto. In parole povere, oggigiorno, se prendiamo in esame due ragazzi che frequentano la quinta elementare e ad uno dei due offriamo una connessione 56K e ad un altro offriamo un collegamento ADSL, quest’ultimo avrà un netto vantaggio rispetto al primo. Se consideriamo che la linea ADSL non raggiunge quella parte di popolazione che normalmente già risulta svantaggiata come accesso alla cultura, perché abita in zone collinari o montuose o in piccoli paesi, risulta abbastanza chiaro che il problema assume una rilevanza notevole per l’uguaglianza e le pari opportunità.

In questa sede non voglio sindacare sulla scelta di privatizzare quei servizi che fino a qualche anno fa erano sotto il controllo dello Stato, ma Telecom Italia dovrebbe avere come mission aziendale la diffusione capillare dei propri servizi e lo Stato dovrebbe vigilare affinchè ciò avvenga.

Non siamo ingenui. Sappiamo che in grandi città è vantaggiosissimo potenziare le centrali mentre nei piccoli paesi il ritorno dell’investimento è pressocché uguale a zero, ma le due realtà si potrebbero compensare fornendo ugualmente un notevole utile d’impresa a Telecom Italia.

Si vocifera che la Telecom si stia avviando alla bancarotta e, quindi, non può permettersi investimenti ingenti. Se ci sono delle voci, qualcuno dovrebbe intervenire ed indagare sulla veridicità di queste informazioni! La cattiva gestione societaria non può di certo influire sullo sviluppo culturale di un intero Paese. Non può essere un pretesto per far sprofondare l’Italia nell’ignoranza a scapito, soprattutto, delle generazioni future.

Oggi affermiamo che l’ADSL dovrebbe essere fruibile da chiunque in ogni dove mentre in altri paesi c’è la copertura con fibra ottica (talmente veloce da permettere la visione di cinema e TV dal computer). Quello che per noi è progresso, per altri paesi è già il passato. Dobbiamo darci una mosa!!

Una piccola riflessione sociologica: è fatto risaputo che gli abitanti delle zone collinari e montuose hanno un accesso inferiore ad infrastrutture, servizi e tecnologia. Internet potrebbe coprire quel gap. Non bisogna dimenticare la filosofia che c’era dietro la realizzazione della Grande Rete! Comunicazione, accesso alla cultura, condivisione, uguaglianza!

Lo Stato Italiano non può più delegare le responsabilità a società private: deve farsi carico dell’accesso egalitario alla cultura da parte di tutti i cittadini!

Un grazie al Buy Tourism Online che ha riportato all’attenzione di molti un problema che, nonostante l’epoca avanzata, continua ad attanagliare una consistente parte dell’Italia.

Marcello Coppola

Tecnico hardware e docente di informatica prima. IT manager e capo ricevimento in hotel poi. La vita è troppo breve per riuscire a sperimentare tutto ciò che vorrei. Per questo ho deciso di dare vita ad Atlantis Innovation Lab: un laboratorio grazie al quale aiutare le aziende ad accogliere l'innovazione. Credo che la formazione continua sia la prerogativa di ogni professionista.