Le tariffe alberghiere e la profezia controavverante!

La profezia controavverante

Ricordo le prime volte che con gli amici organizzavo le vacanze estive. Decidevamo di partire sempre a cavallo tra l’ultima settimana di agosto e la prima di settembre. Non perché amassimo la prima frescura dopo una calda estate, ma perché ormai volgeva al termine l’alta stagione ed iniziava la bassa stagione e, quindi, potevano beneficiare di tariffe più basse senza per questo rinunciare alle calde temperature estive.

Ancora oggi, navigando sui siti delle strutture turistiche e parlando con alcuni albergatori e dipendenti sento parlare di alta, media e bassa stagione.

Personalmente credo che questi concetti siano superati e non applicabili al mercato turistico odierno dove la stagionalità è decisa dai clienti di anno in anno e non più da abitudini standardizzate dalle agenzie di viaggio.

Avete presente la profezia autoavverante? E’ un concetto sociologico che dimostra come se una moltitudine di persone crede ad una specifica “verità” essa si concretizzi anche se al momento della sua enunciazione non era assolutamente “vera”.

Rimetto il concetto in termini comprensibili: se un giornale autorevole in campo finanziario pubblicasse la falsa notizia che una determinata banca stesse andando verso la bancarotta, cosa accadrebbe? Che i clienti di quella banca correrebbero ai ripari chiudendo il conto corrente in quella banca determinandone l’effettiva bancarotta.

Per quanto riguarda il concetto di stagionalità si ha esattamente l’inverso: la “profezia controavverante”: quella che consideriamo alta stagione è destinata a divenire bassa stagione in quanto i clienti, confrontando le tariffe su internet, facilmente scopriranno che in determinati periodi dell’anno i prezzi sono inferiori anche del 30-35% preferendo quella che l’albergatore aveva indicato come bassa stagione che, a questo punto, diventerà alta stagione perché sarà preferita da un numero superiore di turisti.

Credo che le tabelle tariffarie fisse non siano più attuali nello scenario turistico odierno.

Credo che la strada da perseguire sia quella dei listini flessibili, che tengano conto, giorno dopo giorno, della domanda del mercato.

Credo nei listini non basati sullo “storico”, ma sul presente.

Credo, insomma, che il listino debba essere creato dai nostri ospiti.

In questo processo di realizzazione di una strategia per attuare la pratica del listino fisso, senza ombra di dubbio, un valido aiuto ci viene dal Revenue Management Alberghiero, o meglio, dal Revenue Management 3.0 che ha avuto un proprio panel all’ultima edizione del BTOBuy Tourism Online dove esperti italiani ed internazionali hanno discusso per ben due ore sull’applicazione del Revenue Management alla luce delle nuove tecnologie.

A mio parere siamo ancora lontani dalla definizione di uno standard del Revenue Management 3.0 e, in verità, non abbiamo neanche definito cosa sia il Revenue Management 2.0.

Penso che i Manager alberghieri debbano riflettere seriamente in un’ottica di integrazione delle risorse a disposizione del mercato turistico ed implementare al meglio le varie tecniche e tecnologie al fine di creare un aggiornato standard per la definizione di tariffe corrispondenti all’andamento del mercato e non solo basate sulle aspettative e le speranze degli albergatori.

Penso che in questo modo sia possibile allineare l’offerta turistica italiana a quella delle mete turistiche in via di sviluppo, meno ricche di “storia dell’ospitalità”, ma di gran lunga più moderni da un punto di vista della gestione alberghiera e del marketing.

Marcello Coppola

Tecnico hardware e docente di informatica prima. IT manager e capo ricevimento in hotel poi. La vita è troppo breve per riuscire a sperimentare tutto ciò che vorrei. Per questo ho deciso di dare vita ad Atlantis Innovation Lab: un laboratorio grazie al quale aiutare le aziende ad accogliere l'innovazione. Credo che la formazione continua sia la prerogativa di ogni professionista.